La biotina è conosciuta anche con altri numerosi nomi: Vitamina H, Vitamina B7, Vitamina B8 e Vitamina I.
E’ una vitamina idrosolubile e come tale non produce accumulo nell’organismo e non svilupperebbe tossicità.
Fonti Alimentari: latte, latticini, tuorlo d’uovo, pesce, frutti di mare, arachidi, lievito di birra e in molti vegetali in particolare cavolfiori, spinaci, funghi, piselli, fagioli e carote. Viene anche prodotta dalla flora intestinale.
Carenza: è piuttosto rara e si manifesta con desquamazioni della pelle, caduta di capelli, affaticamento e sonnolenza, crampi notturni . Si può instaurare nei forti fumatori e in chi si alimenta per lungo periodo di uova crude.
Fabbisogno giornaliero: 30-100 microgrammi.
Indicazioni:
indebolimento di capelli e unghie,
miglioramento del metabolismo degli zuccheri,
insulina resistenza,
diabete tipo II,
dermatite seborroica
affaticamento da intensa attività sportiva
Fattori che riducono la presenza della Biotina nell’organismo:
farmaci anticonvulsivanti,
antibiotici,
Vitamina B5.
Associazioni usuali:
caduta dei capelli: Biotina + Zinco
Diabete II e ipercolesterolemia: Biotina + Cromo
Dialisi
Controindicazioni: la Biotina può ridurre il metabolismo di alcuni farmaci
Tossicità: non si conoscono effetti tossici da iperdosaggio di Biotina.
BIOTINA E SCLEROSI MULTIPLA (SM)
Un gruppo di ricercatori francesi ha pubblicato sulla rivista Multiple Sclerosis i risultati di uno studio clinico, condotto in doppio cieco con placebo, sulla biotina ad alto dosaggio (300mg al giorno) come trattamento della SM.
I risultati sembrano suggerire che alte dosi di biotina possano determinare un’inversione di disabilità in un ristretto numero di pazienti (10-12%). Secondo alcune ipotesi la Biotina sosterrebbe il ripristino della guaina mielinica.
Le dosi impiegate negli studi clinici corrispondono a 10.000 volte la dose giornaliera raccomandata di biotina e pertanto non presenti in commercio.
Tali dosaggi sono reperibili solo come preparazione galenica/magistrale sotto stretto controllo medico.
C’è però da dire che i dati scientifici, pur se promettenti, non sono ancora tali da poter stabilirne con certezza l’efficacia d’uso in tale patologia.
note informative a cura del dott. Ettore B. Florio